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Caronte, in riva al lago

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Seduto su una roccia, in riva alle acque turbolente

macchiate di ricordi del mio Lete lacustre,

mi tramortisco col rumore ombroso delle onde

che cantano dei miei vent’anni, d’amori e attese blande.

 

Cerco un Caronte astioso e ansante,

che meni la mia barca sui fiumi d’Occidente,

rodato dosatore d’ansiolitici, seduta stante,

scorbutico maleducato, rude bifronte.

 

Cerco un Caronte, un Caronte vero,

temerario consulente abituato a transumanze d’ogni genere,

con remi, barba stanca,

obolo di scorta che difenda all’arma bianca.

 

Seduto su una roccia, rinvio a domani

l’insulsa immaturità delle mie mani.

 

     [inedito, 2017]

 

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 Ivan Pozzoni - 02/03/2018 15:21:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Grazie mille, Stefania!

 Ivan Pozzoni - 02/03/2018 14:24:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

L’acqua è bassa.

 Klara Rubino - 02/03/2018 13:42:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

È un canto della soglia ipnotico!
Cerco; seduto;seduto;cerco.
Poi mi soffermo sul
" Lete lacustre";
"Il rumore ombroso" e "astioso e ansante".
Dopo aver lasciato decantare tutto ciò ed altro,dico che da quello scoglio ci si dovrebbe tuffare: Noi siamo quel Caronte, le nostre mani sono i remi, noi il fiume che confluisce al Lago e lì soggiorna raccogliendo le energie per trovare lo sbocco verso occidente, ovest, il tramonto, il compimento, trascinando con sé ogni genere di transumanza!
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